La salute rappresenta un bene pubblico fondamentale per la qualità delle nostre vite e per le politiche pubbliche di coesione. 

Nel vivo della pandemia sono state fatte scelte in chiara discontinuità con le politiche degli ultimi quindici anni. Negli ultimi 2 anni sono aumentate le borse studio per i Medici Specializzandi. Ciò ha permesso di superare lo storico problema dell’imbuto formativo che limitava l’accesso alle scuole di specializzazione dei neolaureati in medicina. Adesso, forti di questo risultato che ci consente di guardare con maggiore fiducia al futuro della sanità pubblica, servirebbe uno sforzo per superare l’attuale condizione di stanchezza ed insoddisfazione delle professioni sanitarie messe a dura prova dall’emergenza Covid. 

Si dovrebbe insistere su alcuni obiettivi prioritari quali la riforma della sanità territoriale, il potenziamento in organico degli operatori sanitari, il superamento delle liste di attesa ed offrire soluzioni idonee e stabili nel tempo. 

L’emergenza dettata dalla pandemia ha messo in evidenza non solo i limiti ma anche e soprattutto le potenzialità della sanità al sud. Flessibilità organizzativa, innovazione tecnologica, telemedicina sono solo alcune delle risorse messe in campo. Un’eredità preziosa, dove al primo posto vi è la considerazione della salute come bene comune. 

Il PNRR è una grande opportunità per la Regione Lazio per il rilancio della sanità, per garantire l’accesso e l’innovazione dei percorsi di cura e di assistenza. 

Attualmente la media nazionale dei posti letto per 100.000 abitanti è 314, valore nettamente inferiore alla media europea, che è 570, in provincia di Latina è di poco superiore ai 100 posti su 100.000 abitanti. 

Noi proponiamo 

Continuità nella promozione del diritto alla salute di tutti, nel rafforzamento del Servizio Sanitario Regionale e nel potenziamento della medicina del territorio. 

L’uso del PNRR per i seguenti obiettivi e traguardi: l’aumento del Fondo Sanitario Regionale; la creazione ed il finanziamento di Case della Comunità ed RSA come luoghi funzionali alle esigenze di tutta la popolazione, in un’ottica di prossimità e multidisciplinarietà, al fine di rafforzare ed incentivare la presenza sul territorio dei Medici di Medicina generale e degli infermieri di comunità. 

In questo quadro la Regione dovrebbe fornire indicazioni precise sulle funzioni delle Case della Comunità e del suo organico, includendo l’uso di nuove professionalità quali lo Psicologo di Base ed un sistema efficiente di guardia notturna, prevedendo un emolumento adeguato per i medici; incentivi alle aggregazioni professionali; un’integrazione della rete di servizi sociali e sanitari, che coinvolga specialisti multidisciplinari di concerto con i MMG; l’ammodernamento tecnologico degli ospedali e la costruzione del nuovo Ospedale di Latina e dell’Ospedale del Golfo. 10 

Una più rapida ascesa di carriera in campo sanitario e una remunerazione adeguata al carico di lavoro e soprattutto alle responsabilità, così da limitare contestualmente il fenomeno dell’emigrazione di professionisti sanitari verso regioni più virtuose o addirittura fuori dal territorio nazionale. In questo senso, particolare attenzione deve essere riservata al personale sanitario ospedaliero che in questi anni ha affrontato pressioni lavorative massacranti. 

Un aumento dell’offerta formativa in materia di telemedicina e di tecnologie digitali e l’implementazione delle relative pratiche sul territorio. 

L’istituzione di modalità più trasparenti nel differenziare servizi pubblici e privati in modo che questi possano collaborare in sinergia ed integrarsi tra loro, con l’obiettivo primario di mettere al centro i bisogni del paziente e le sue scelte di cura in un sistema integrato pubblico/privato che garantisca a tutti la stessa qualità di cura e un servizio pubblico efficace ed efficiente.

La programmazione di strategie specifiche per consentire al settore pubblico del SSR di potersi agevolmente rinnovare e dotare di ciò di cui ha bisogno in termini di personale e investimenti in innovazione. 

L’incremento degli investimenti e dell’impegno nelle attività di prevenzione e promozione della salute ed in particolare un aumento degli investimenti nei progetti e nelle campagne relative alla prevenzione dalle dipendenze, riguardanti i servizi pubblici per le dipendenze patologiche del Sistema Sanitario Nazionale (Ser.D.), i disturbi alimentari, gli infortuni sul lavoro ed i rischi ambientali. 

Il rafforzamento della lotta all’antibioticoresistenza (in Provincia di Latina la spesa è una delle più alte a livello nazionale) con protocolli obbligatori in tutti i presidi sanitari, raccolta dati centralizzata, formazione specifica degli operatori sanitari.

In tal senso si potrebbe istituire una “protezione civile sanitaria regionale” formata da professionisti e volontari addestrati al contrasto alle pandemie e la previsione di una formazione continua e obbligatoria per il personale sanitario e sociosanitario su prevenzione e contrasto ai rischi pandemici. 

Una integrazione assistenziale tra Ospedale, Territorio e casa del paziente. Riteniamo necessaria dopo la pandemia una organizzazione dell’assistenza territoriale in ottica di prevenzione e promozione della salute e di garanzia della continuità delle cure.

Lo sviluppo di progetti di investimento sull’assistenza residenziale e domiciliare per la popolazione fragile, indirizzati ad abbattere le esistenti barriere di accesso alle cure attribuibili ad importanti diseguaglianze geografiche (Monti Lepini ed Ausoni) e sociali. Gli investimenti in edilizia sanitaria/abitativa per superare la logica della istituzionalizzazione, con modelli abitativi per la popolazione anziana che integrino assistenza sociale e sanitaria. 

Un check-up della Medicina Generale, dividendo le cronicità di base da quelle specialistiche che successivamente verranno prese in carico, sul territorio, dalle molteplici figure delle professioni sanitarie, degli specialisti ambulatoriali e dai medici di laboratorio, con il supporto della rete delle farmacie. 

Un Piano straordinario per le liste di attesa finalizzato a recuperare il “deficit di cure” causato dalla pandemia da COVID-19, aumentando la capacità produttiva di prestazioni della specialistica ambulatoriale, le visite di controllo e gli interventi.

L’obiettivo potrebbe essere quello di ridurre il periodo di attesa per tali prestazioni fino ad un massimo di 60 giorni per quelle programmate e di 30 per tutte le altre ed in tutti i casi in cui siano superati tali termini di estendere la regola del Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa 2019-2021 che permette la paziente di recarsi in una struttura privata convenzionata senza costi aggiuntivi. 

L’adozione di un piano strategico Regionale per il sostegno alla filiera delle Scienze della Vita e dei dispositivi medici al fine di far fronte alla dipendenza dagli approvvigionamenti da Paesi extra UE di materie prime e intermedie e dalla sempre più forte competitività degli Stati Uniti e della Cina nel campo delle biotecnologie. Il piano strategico dovrebbe semplificare e rimuove gli ostacoli all’apertura di nuovi impianti produttivi e alle ricerche cliniche. 

Lo sviluppo di modelli organizzativi di prossimità che promuovono l’inclusione, quali i piccoli Centri di Salute Mentale, fortemente radicati e integrati nelle comunità, per i pazienti con problemi di salute 11 

mentale. Il rafforzamento dei servizi dedicati ai pazienti con problemi di salute mentale,e maggiori riconoscimenti e tutele a chi si prende cura di tali malati (caregiver). 

Il rafforzamento dei servizi Ospedalieri ed in particolare che il S. M. Goretti di Latina ed il Dono Svizzero di Formia siano dotati dei mezzi necessari ad essere un Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione (D.E.A.) rispettivamente di II e I livello.

Il rafforzamento del Presidio Centro (Terracina Fondi) con delle specialistiche Universitarie vista il risultato positivo di integrazione tra Ospedale e Università anche al fine di far fronte alla carenza di personale specialistico. 

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