L’INIZIATIVA DI AZIONE
Il consigliere regionale Alessio D’Amato, di Azione, ha presentato una mozione per il salario minimo inderogabile di nove euro l’ora nei contratti di appalto di lavori della Regione Lazio, che è stata approvata dal consiglio regionale il 18 Aprile 2024.
LE MOTIVAZIONI DELLA PROPOSTA DI AZIONE PER IL SALARIO MINIMO
“Il riconoscimento di una retribuzione minima è un diritto fondamentale in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea ed è importante che anche la Regione Lazio faccia altrettanto. Con questa mozione la Regione come stazione appaltante richiede agli operatori economici che partecipano alle procedure di gara tutele rafforzate a favore dei lavoratori impegnati nello spirito della direttiva comunitaria UE 2022/2041 del 19 ottobre 2022. Tutele indispensabili a garantire i diritti di tutti i lavoratori e lavoratrici, con l’obiettivo principale di porre fine alle tragedie e alle morti sul lavoro. È evidente che senza una giusta retribuzione, il rischio che i ribassi influiscano sulla qualità del lavoro e sulla sicurezza è molto alto. Per Azione, questa è da sempre una priorità, perché senza un salario minimo non si otterranno mai risultati importanti né sul fronte della sicurezza né sull’effettiva affermazione dell’art. 1 della Costituzione italiana”, ha concluso D’Amato, che è anche responsabile Welfare di Azione.
LA DELIBERA DEL CONSIGLIO REGIONALE
Il consiglio regionale impegna il presidente rocca e la giunta: ad applicare e farsi promotori presso la regione Lazio affinché, in tutte le procedure di gara per l’affidamento di contratti di appalto di lavori, servizi e forniture e nelle concessioni:
- sia indicato, in coerenza con quanto previsto all’art. 11 del Codice dei contratti pubblici, che al personale impiegato nei contratti di lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e nelle concessioni sia applicato il contratto collettivo maggiormente attinente all’attività svolta stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore;
- sia verificato che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 (nove) euro l’ora;
- sia verificato ai sensi dell’art. 11 del Codice dei contratti pubblici, qualora gli operatori economici dichiarino in sede di offerta un differente contratto collettivo da essi applicato, che tale diverso contratto garantisca ai dipendenti le stesse tutele di quello indicato dalla stazione appaltante;
- il giudizio di equivalenza sia condotto sulla base dei 12 parametri tracciati dall’ANAC nella relazione illustrativa al Bando tipo n. 1/2023, elaborati sulla base delle indicazioni fornite dall’ispettorato nazionale del lavoro con la circolare n. 2 del 28/7/2020. L’Amministrazione regionale potrà ritenere sussistente l’equivalenza in caso di scostamenti in numero massimo di due parametri, fermo restando che l’Amministrazione regionale dovrà, prima di tutto, accertare che il diverso contratto collettivo indicato dagli operatori economici in sede di offerta preveda una retribuzione minima inderogabile pari a 9 (nove) euro l’ora; la verifica da effettuare dovrà vertere sulla equivalenza sia delle tutele normative che delle tutele economiche dei diversi contratti collettivi;
- siano organizzati incontri con le organizzazioni sindacali al fine di verificare come raggiungere l’obiettivo per l’Amministrazione regionale che tutti i contratti in essere prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 (nove) euro l’ora.